STORIE DELL’ALTRO MONDO: SALVATI

da

UNO.

“Ancora con questa storia, Dex??”

Venerabile..”

“Dex, ne abbiamo già parlato, tante volte…”, sospirò rassegnato il Venerabile 14. Non era la prima volta, e sapeva già come sarebbe andata a finire.

“Ma Venerabile, questa volta è diverso!”

“Ah, mio caro Dex, sei un bravo ragazzo, ma le tue ossessioni saranno la tua rovina! Non riesci a toglierti dalla testa questa bizzarra fantasia degli Altri! Sono storie per non far dormire i bambini! ” alzò la voce, gesticolando compulsivamente, “Racconti per perditempo!”. Inalò profondamente per riacquistare la calma “..ma del resto ti conosco da quando sei nato, e sono amico della tua famiglia da almeno ottomila cicli…”, altro sospiro, “sentiamo, ma veloce che mi attendono per il Terzo Rito”

“…grazie Venerabile, lo so, ne abbiamo parlato tante volte, lei è molto paziente e capisco il suo scetticismo, ma ho fatto delle ricerce e se ha la pazienza di guardare i miei risultati…”.

Preso dalla foga non attese il permesso ed immediatamente srotolò sul tavolo una marea di fascicoli, di cui alcuni caddero senza grazia sul pavimento.

“Ma queste sono..”

“Sì le stelle”, lo coprì Dex, non lasciandolo terminare, “esattamente le stelle. Che come ci dicono le Scritture sono fisse ed immutabili nel firmamento.

“Lo so, Dex, ti rammento che sono un Venerabile, trovo quasi offensivo che tu voglia ricordarm..”

“Ebbene, ho scoperto che non sono immutabili! In passato erano diverse! Di pochissimo, ma erano diverse!”

L’anziano ebbe un sussulto. Si considerava un progressista ma questo era troppo anche per lui.

“Ti rendi conto che quel che dici è un’eresia? Per l’amor del Portale, Dex, se ti sente qualcuno.. se scoprono che io sono qui con te..”

“Guardi!” disse incurante Dex, per nulla preoccupato “Guardi! Questa è la mappa che risale a 300 cicli or sono.”, si chinò, raccolse un rotolo vicino ai suoi piedi “..e questa è la stessa mappa presa dagli Archivi Del Tempo!”

“Vedo che è antichissima: risale a miliardi di cicli fa. Ebbene?”

“Esatto Venerabile, ma se le stelle sono immutabili dovrebbero essere state comunque le medesime di oggi. Quindi se sovrapponiamo queste due mappe dovrebbero risultare comunque identiche, corretto?”

“Sì beh… certo”

“Invece no!” urlò trionfante Dex “guardi qua! in questo piccolo angolo!”

Il Venerabile prese la lente di ingrandimento, osservò e riosservò le due mappe nel medesimo punto. C’era poco da fare: in quella più recente erano presenti alcune piccole stelle che non c’erano in quella antica di eoni.

Per lunghi istanti regnò il silenzio.

“Dev’esserci un errore, per forza”, disse infine il Venerabile poco convinto: un brivido gelido gli scorse lungo la schiena.

“Nessun errore! Del resto provengono dagli Archivi del Tempo, c’è il sigillo, non si può falsificare il sigillo! Ma c’è di più: ho preso altre mappe, via via più recenti, le ho sovrapposte, ed è successo almeno 7 volte nella nostra storia!. Guardi! Qui.. e qui… e poi ancora qui…. e ancora! Non ce ne siamo mai accorti perché sono apparse con una lentezza inaudibile, e l’ultimo episodio risale a circa 900 milioni di cicli or sono, ma queste non c’erano, ed ora ci sono!”. Dex era un fiume in piena.

“Io.. devo andare Dex, ne riparleremo senz’altro.. sicuramente ci sarà una spiegazione logica, dev’esserci… ma tutto questo cosa c’entra con gli Altri?”

“Venerabile, sono loro! Sono gli Altri!annunciò esausto Dex.

“Io..”

“C’è uno schema nelle stelle che sono apparse nel corso degli anni! Le stelle sono dei segnali! Ho provato a cercare un significato nel modo in cui sono apparse, e l’ho trovato! Ci è voluto del tempo ma ce l’ho fatta! Occorre uno sforzo di apertura mentale ma mi son detto: supponiamo che gli Altri abbiano un tempo che scorra più lentamente del nostro. Molto più lentamente! Talmente lentamente che un loro ciclo coincide con centinaia di milioni di cicli nostri. Per mandarci un messaggio han deciso di accendere o spegnere le stelle, ma per mandarci una singola lettera ci impiegano l’equivalente di una nostra era geologica, figuriamoci una frase! Io ho trovato questi sette schemi, ma chissà da quanto li stanno inviando, forse stanno comunicando da prima ancora che la nostra civiltà nascesse! Anche gli stessi Archivi del Tempo hanno un limite a 30 miliardi di cicli or sono! Ma chi ci dice che il fenomeno non fosse già iniziato da un tempo infinitamente precedente?”

“Dex, piano, giuro mi sta girando la testa… io sono già abbastanza sconvolto da quello che mi hai fatto vedere, ma continuo a non capire: perché parli di messaggio? Anche ammesso che queste mappe siano corrette io vedo solo apparire stelle in un punto del cielo, solo puntini bianchi, che prima non c’erano ed ora sì..”

“Fortunatamente appartengo alla stirpe dei Computazionali, e mi trovo a mio agio con i numeri e gli schemi. Così mi son detto: proviamo ad dividere il cielo con una finissima griglia. Per ogni elemento poi considero il numero 1 se lì dentro vi è una stella, 0 altrimenti. Raggruppo secondo una base potenza di … oh al diavolo: insomma le stelle non sono apparse in modo casuale, ogni gruppo di stelle contiene una lettera, e se le leggiamo queste lettere nell’ordine di apparizione…”.

Dex, si fermò di colpo, come avesse perso in un attimo tutte le energie. E non vi era alcun dubbio: stava tremando.

“..ed è qui che non capisco, Venerabile.. Perché parlano al singolare? Cosa vuol dire? Si rivolgono a me? io.. ”

“…cosa appare, Dex?”, balbettò scosso il Venerabile 14.

“è questo il punto.. appare solo una parola, e non è rassicurante. La parola è SALVATI

DUE.

Era un giorno speciale per tutti. Nonostante ciascuno fosse consapevole che non sarebbe sopravvissuto abbastanza per vedere l’invio anche solo della seconda lettera, era chiaro che si trattava di un momento storico. Alcuni fortunati avevano l’onore di poter essere presenti sul posto, schiacciati ed ammassati attorno al grande palco illuminato a festa, i rimanenti miliardi seguivano tutti attraverso l’olovisione.

Dopo migliaia e migliaia di cicli, finalmente erano riusciti a trovare il modo di accendere e spegnere le stelle. Poche, e molto vicine, ma dovevano bastare.

Potevano mandare solo otto caratteri. E dovevano mandarli con una lentezza esasperante. Se un battito di ciglia degli Altri corrispondeva a diecimila loro generazioni non potevano inviarlo troppo velocemente. Non l’avrebbero ricevuto, gli Altri non se ne sarebbero semplicemente accorti.

Vi furono dibattiti, litigi, idee brillanti e strampalate. Concorsi, persino barzellette su quale frase inviare. Ma alla fine si raggiunse una decisione, molto banale e pragmatica, persino ovvia.

Alla cerimonia era ovviamente presente Dex. Ormai anziano e malato. Gli rimanevano pochi cicli. Forse centinaia, forse meno.

Sorretto da due suoi nipoti, era visibilmente commosso: avevano lasciato a lui l’onore di avviare la trasmissione del primo carattere. E chiaramente tutto il Consiglio era presente. Vi era stato un tempo in cui i Venerabili e le altre istituzioni avevano combattuto Dex: l’avevano umiliato e perseguito. Ma dinnanzi all’evidenza ricredersi fu inevitabile: le stelle erano a disposizione di chiunque, e le mappe parlavano chiaro: le Scritture di Vita erano sbagliate, le stelle erano mutate. Ed imploravano “Salvati!”.

Adesso l’eretico Dex era divenuto una celebrità, nonostante fosse portatore di un messaggio così inquietante. Del resto era passato così tanto tempo da allora, lui era troppo vecchio ormai per portare rancore.

Il viscido Venerabile 21, nel consueto tentativo di gloriarsi di luce riflessa, gli stava sempre in mezzo ai piedi, esibendo saluti ai potenti, sorrisi ed ipocrisia, nonostante in passato fosse stato uno dei suoi più feroci oppositori. Dex lo sapeva, l’età gli aveva forse reso difficile vedere le cose da vicino ma gli aveva dato il dono di riconoscere le serpi da lontano. Ciononostante nemmeno questo in fondo gli interessava ormai. Stava morendo, ma prima di svanire nell’oblio gli rimaneva un ultimo compito.

Dinnanzi ad una folla festante premette il grosso e scenico bottone rosso. Tutti i presenti si girarono di scatto e puntarono la medesima zona del cielo. I più fortunati aiutati da binocoli o telescopi, gli altri ad occhio nudo. Era perfettamente inutile, del resto tutti lo sapevano, sarebbero stati necessari alcuni cicli prima che qualcosa accadesse, ma fu impossibile resistere all’istinto.

Così alla fine, al cospetto di una folla ormai decimata, accadde quello che doveva accadere. Nel punto del cielo che ormai tutti conoscevano si accesero le stelle. Poche. E seguendo lo schema che avevano usato gli Altri. A nessuno servì fare conti o conversioni per riconoscere la lettera “C”.

Perché il messaggio, lo sapevano tutti, era ovviamente: “CHI SEI?”

TRE.

Non vi è nessun onore, nessuna bellezza, nessuna poesia nella morte. Quando un essere sta per spegnersi, e ne è consapevole, può comportarsi nei modi più imprevedibili, ma quando un’intera specie è condannata all’oblio invece i suoi ultimi istanti sono già scritti nelle impietose regole del comportamento delle masse.

Non importava quanto progrediti fossero ormai diventati: in pochi cicli scoppiarono paura, anarchia, follia, e tutta la gloria, tutto l’orgoglio, tutto l’onore di un popolo che aveva imparato a dominare le stelle venne in pochi istanti sconfitto dal caos.

Le stelle avevano iniziato a spegnersi, una dopo l’altra. Senza preavviso e con un ritmo costante ed irreversibile. Era questione di poco e anche loro si sarebbero dissolti. E non potevano farci nulla.

Avevano provato a riaccenderle, ad invertire l’andamento, avevano persino esodato verso un’altra parte dell’universo, dove speravano di essere al riparo dall’apocalisse. Invano.

Erano ormai passati miliardi di cicli dal Messaggio, talmente tanto tempo che nessuno se ne ricordava più, nemmeno gli archivi. Come nessuno si ricordava degli Altri, di Dex, della risposta inviata e del tempo infinito atteso nella vana speranza di ricevere un secondo segnale. Ma in fondo che importava? Era arrivata la fine. Un’intera civiltà, nata nella notte dei tempi tra leggende e misteri era ormai destinata all’eterno silenzio.
Tante conquiste, tante storie, in un attimo tutto vaporizzato. Le notti erano sempre più scure, il prossimi a spegnersi sarebbero potuti essere loro. Un altro ciclo, un altro battito, ma a che scopo? Se non era questo, sarebbe stato il prossimo, o quello dopo.
L’epilogo, l’omega era iniziato, senza annunci o formalità.

Chi urlava, chi piangeva, chi dava sfogo agli ultimi desideri proibiti. Loro che avevano conquistato le stelle, le avevano plasmate. Loro che erano ad un passo dallo scoprire l’ultimo dei segreti dell’universo. Un destino crudele e beffardo li aveva condannati quando l’immortalità era ormai ad un passo.

E poi, in un attimo, tutto cessò. Nessuna esplosione, nessun clamore. Semplicemente tutto sparì per un tempo indefinito inghiottito dal buio più assoluto.

Buio.

Ancora buio.

..forse…

…no, sempre buio..

Dal nulla, una prima stella si riaccese. E poi una seconda, una terza. Potevano essere passati 10 cicli o 10 miliardi, ma che importava.. le stelle ardevano di nuovo, tutte nel cielo, ma loro non c’erano più.

QUATTRO.

“Claudio, hai un secondo?”

“No, Alvise… cioè sì.. scusa è che è un momentaccio. Dimmi”

“Senti, qui mi è successa una cosa strana, non capisco”

“Ancora… fammi vedere”

“Stavo sistemando il programma, ho premuto il pulsante DATI SALVATI, solo che… anziché mostrarmi la lista dei dati, mi è apparsa solo una scritta

“In che senso?”

“Guarda qua…” disse Alvise indicando il monitor quasi completamente bianco: “mi aspettavo di vedere il solito elenco dei veicoli a noleggio. Invece è apparso solo sta scritta: ‘CHI SEI?’. Nessuna icona, nessuna immagine! Solo ‘CHI SEI?‘”

“Questa poi… no aspetta un attimo, non ha senso dai. Questa parte son mesi che non viene toccata. Hai cambiato qualcosa nel codice sorgente per caso?”

“No ovviamente! E fino a poco fa andava… non ho fatto nulla!”

“E poi che senso ha quella scritta? …aspetta! Prima ti sei alzato, e hai lasciato il PC incustodito giusto?”

“..sì ma..”

“Aha! Risolto il mistero! Io ho visto poco fa Gianluca aggirarsi nei pressi della tua postazione. Sarà sicuramente uno dei suoi soliti scherzi da prete. Mai lasciare il computer incustodito quando c’è lui in giro!”

“Eh ho capito ma ora? Se ha modificato qualcosa io di sicuro non so dove ha messo le mani: e se gli chiedo cosa ha fatto figuriamoci se me lo dirà!”

“Senti, domani dobbiamo consegnare il lavoro, non c’è tempo per giocare agli interrogatori e alle grandi pulizie. Ripristina la versione precedente del codice, di tutto il codice, così siamo sicuri

“Ok”

“E dopo, ascolta me, per sicurezza riavvia il computer

“Ok”

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