5 ATTEGGIAMENTI POSSIBILI DI FRONTE ALLO SVILUPPO TECNOLOGICO (MA SOLO UNO È PIENAMENTE ETICO)

da

Lo sviluppo tecnologico non è che sia una grande novità per l’umanità, anzi, a ben guardare, non c’è umanità senza questo.
Hai presente la pietra scheggiata per farne un’arma, sì? Il fuoco? Le pellicce per coprirsi?
Ecco, questa roba qui ci dice che la tecnologia non è una cosa da rivoluzione industriale 4.0, ma una delle forme essenziali di espressione dell’essere umano. Essa è il modo in cui ci “impossessiamo” del mondo, il modo in cui lo abitiamo. L’unico modo, da sempre e ovunque, in cui ci possiamo stare. Tramite la tecnologia l’homo sapiens umanizza il mondo e lo rende adatto a sé (anziché adattarsi ad esso, come fanno gli animali).

Siamo fatti così: cerchiamo in ogni modo di ridurci fatica e dolore mentre, nello stesso tempo, siamo in grado di pensare una realtà diversa e, diversamente da ogni altra bestia, ci vengono delle idee… nuove!
Ed ecco il punto: mica tutti reagiscono allo stesso modo quando qualcuno si inventa una cosa innovativa.
C’è chi si spaventa, chi si dispiace, chi si offende, chi si entusiasma (d’altronde queste sono le quattro emozioni fondamentali: paura, tristezza, rabbia, gioia). Ma c’è anche chi osserva con distacco e attenzione, non si lascia impressionare e preferisce attendere… (sotto sotto è un sano timore in fondo).
Trattandosi di una reazione preliminare non si può esprimere un giudizio etico su di essa: le emozioni non si giudicano, si possono solo comprendere e accogliere. Il punto è come ci si comporta a partire da esse.

Dalla reazione discende poi un atteggiamento. Ora, l’essere umano non è succube delle sue sensazioni come delle sue passioni, così dal piano emotivo si passa a quello razionale. Ciò significa che entriamo nel campo della libertà, della scelta e, conseguentemente, dei comportamenti. Questi ultimi hanno conseguenze pratiche, effetti che si ripercuotono sul soggetto (e su chi gli sta intorno).
Pertanto, essendo nel campo del libero arbitrio, gli atteggiamenti sono oggetto potenziale di valutazione etica.

Detto ciò vediamo quali atteggiamenti derivano dalla prima reazione. L’ottimista tendenzialmente può essere tale perché è un entusiasta della novità o perché gli piacciono le cose nuove… perché sono nuove. Lo definirei per questo “innovatore”.
Oppure la reazione così positiva nasce dal fatto che la persona è galvanizzata dalla possibilità che ne intuisce per sé. Sostanzialmente è euforica per il vantaggio possibile. Questo invece lo chiamerei “utilitarista”.

Al contrario il pessimista può essere un “catastrofista”, o un “paternalista”. Il primo è atterrito dal cambiamento in quanto tale, all’opposto dell’innovatore considera l’innovazione un male che avanza come uno tsunami. È lo sconfitto dal progresso, il “laudator temporis acti” (avrebbe detto il poeta latino Orazio). Il paternalista invece, concorda con il detestare le novità, però reagisce attivamente e, consapevole che lo sviluppo tecnologico non può essere fermato, quantomeno vorrebbe rallentarlo. È il conservatore dello status quo, cui le cose piacciono così come sono e tenta di preservarle il più possibile.

Se, quindi, l’innovatore è l’opposto del catastrofista, l’utilitarista è l’opposto del paternalista.
Fuori asse c’è il tizio distaccato, quello che non si era lasciato emozionare particolarmente, l’osservatore attento. Ecco questo percepisce l’innovazione non come una risposta ma come una domanda e tenterà di avere un atteggiamento responsabile (responsabilità: abilità di dare una risposta… alla nuova domanda). La domanda è sempre la stessa: “e ora che succede? Come si può indirizzare questa nuova tecnologia al meglio possibile?”.

Qual è quindi la sintesi di questa analisi? Qual è il punto?

Lo sviluppo tecnologico è qualcosa che ha la sua componente di inevitabilità e la sua componente di dirigibilità. È insito nell’essere umano il desiderio di ricercare, sperimentare, progettare, etc. Questo desiderio però, che è una sete di infinito e un bisogno di trascendenza, può essere spinto da una curiosità morbosa e non coscienziosa o dall’aspirazione “alta” di uno sviluppo sostenibile, responsabile ed etico.

La tecnologia non è neutrale, come spesso si dice, essa produce sempre distorsioni nella società: cambia la cultura e i comportamenti, modifica i limiti dell’agire, determina costi sociali, il tutto non sempre armonicamente.
A volte l’innovazione tecnologica è dirompente (dal latino dis-rumpere, rompere in più parti), certo, ma non bisogna percepire questo dato in maniera deterministica: abbiamo sempre la libertà (e quindi la responsabilità) di gestirla e indirizzarla verso il bene comune.

COSA FARE?

Quando ci troviamo di fronte a un’innovazione tecnologica, qualunque essa sia, iniziamo anzitutto ad “ascoltare” la nostra reazione preliminare.
Come ci sentiamo? Non c’è giusto o sbagliato: le emozioni vanno solo accolte, almeno in prima battuta. Il desiderio di possedere una “cosa nuova” appena pubblicizzata oppure l’ansia di fronte all’aggiornamento di sistema potrebbero indicare una reazione ottimistica o pessimistica non razionale.

Niente di grave, ma l’importante è non agire d’impulso. Bisogna fermarsi a riflettere chiedendosi, ad esempio: “mi serve veramente?”; “che pregi e difetti ha?”; “chi ne trae vantaggio reale?”; “chi ne subirà uno svantaggio?”; “l’uso di questo strumento che tipo di attenzione richiede?”; etc.

Se siamo in grado di fare una breve lista di pro e contro rispetto all’innovazione emergente, sapremo anche il livello di attenzione che dovremo mettere nell’utilizzo di questa. Se non riusciamo a rispondere pacatamente al “perché sì” o “perché no”, allora forse sarà il caso di approfondire di più la questione…

Simone Budini è Project Manager – ERSHub (Ethics.Responsibility.Sustainability) presso LUISS Business School.

VUOI APPROFONDIRE L’ARGOMENTO?

Merito e relazione: come la tecnologia rende l’azienda più umana
Digital Transformation in azienda: leadership e cambiamento culturale
Agile – Guida galattica per autostoppisti

Ultimi articoli

AI, MACHINE LEARNING, IOT. LA MIA ESPERIENZA A AWS SUMMIT 2023

AI, MACHINE LEARNING, IOT. LA MIA ESPERIENZA A AWS SUMMIT 2023

Giovedì 22 giugno ero al Milano Convention Center in occasione dell'evento annuale organizzato da Amazon Web Services per promuovere i propri servizi Cloud in continua evoluzione: AWS SUMMIT. In mezzo a un mare di IoT, di Servitization, di Cloud Computing sopra le...

TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ: DUE PAROLE CON ERIC EZECHIELI

TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ: DUE PAROLE CON ERIC EZECHIELI

Sostenibilità non può essere solo una parola che fa parte del nostro vocabolario quotidiano, ma vuota nei suoi effetti. La tecnologia ha un ruolo di propulsione in questo senso e può aiutare le aziende a raggiungere obiettivi più sostenibili. Abbiamo fatto una lunga...

RAPPORTO CLUSIT 2023: PRESSIONE ALTISSIMA SULLE REALTÀ INDUSTRIALI

RAPPORTO CLUSIT 2023: PRESSIONE ALTISSIMA SULLE REALTÀ INDUSTRIALI

L’Associazione Italiana per la Sicurezza informatica Clusit, ha presentato nei giorni scorsi l’annuale Report degli incidenti di sicurezza più significativi avvenuti a livello globale (Italia inclusa) nel 2022. Il documento è realizzato con la collaborazione di un...