IOT POST COVID: SERVIZI AD ALTO VALORE AGGIUNTO PER IMPRESE, PA E CITTADINI

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Ripensare, trasformare e rendere flessibile, questi i concetti chiave del post Covid-19. Secondo uno studio di Idc, chiamato Covid-19 Tech Index, la pandemia innescherà un forte calo complessivo della spesa IT nel 2020, ma alcune aree in particolare godranno di una forte crescita. Si parla di Internet of Thing (IoT) e di Intelligenza Artificiale (AI).
Il trait d’union è caratterizzato dall’innovazione e dalla possibilità dell’IoT di raccogliere grandi quantità di dati da utilizzare per sviluppare servizi di valore e di pubblica utilità.

IoT rappresenta, infatti, un vasto ecosistema di oggetti interconnessi e tecnologie sviluppate per dare senso alla quantità di informazioni che si celano nel mondo che ci circonda. I sensori, per lo più invisibili all’occhio umano, sono funzionali ad analizzare il mondo e “nutrire” le Intelligenze Artificiali.

Una tecnologia abilitante, IoT, in una quantità infinita di situazioni. A partire dalle soluzioni di Smart City utili a controllare semafori e infrastrutture intelligenti che ottimizzano il traffico, oppure, spostando l’attenzione al building, il monitoraggio dei vari parametri di consumo e il  controllo dei dati in ognuna delle stanze dell’edificio, ma anche la rilevazione di occupazione delle scrivanie all’interno degli uffici stessi o l’uso delle sale riunione; e ancora elettrodomestici intelligenti e oggetti fisici capaci di connettersi ad internet e con gli altri oggetti e rendere le nostre case a tutti gli effetti Smart.
Da qualsiasi prospettiva lo si analizzi, il processo di evoluzione post-Covid incontra e si “scontra” proprio con questa tecnologia.

A seguito della crisi, e di nuove modalità di lavoro e di quotidianità, le aziende si trovano in qualche maniera obbligate a riconsiderare le loro strategie di gestione dello spazio. Distanza sociale e remote working potrebbero diventare la norma, di conseguenza, i luoghi stessi di lavoro dovranno essere rimodellati utilizzando tecnologie che consentano, ad esempio, un’efficace ottimizzazione degli ambienti.

Gli effetti sul breve e sul lungo periodo peseranno sulla riorganizzazione degli edifici, degli uffici, delle case e sul concetto stesso di città. Per molti versi, quindi, la crisi rappresenta un’opportunità sia per accelerare il processo di trasformazione digitale avviato su svariati settori della società, che come catalizzatore di diffusione di tecnologie emergenti, ora fondamentali per la ripartenza.

Nel momento stesso in cui i Paesi usciranno dall’isolamento, il mercato complessivo delle tecnologie IoT attraverserà un momento d’oro grazie proprio al suo ruolo fondamentale nella maggior parte dei settori.

 

SMART BUILDING/OFFICE: L’UFFICIO CAMBIA VOLTO, E LO AIUTA L’IOT

Con le attuali norme di distanziamento sociale, a tornare al lavoro in ufficio è circa una metà dei dipendenti complessivi di un’azienda. Ciò non significa che lo spazio verrà ridotto, anzi ne servirà di più, poiché ci sarà bisogno di superfici più ampie per un numero di persone inferiore. Per fare un esempio pratico, i grandi tavoli in spazi aperti, tipici di molte aziende, nei quali si lavora fianco a fianco, dovranno essere ridisegnati.

Molto probabilmente ciò a cui assisteremo sarà il passaggio dall’open space come lo conosciamo oggi, al cosiddetto open space modulabile: un multispace da configurare di volta in volta sul numero di persone presenti e sulle loro esigenze.

Le aree di lavoro verranno riconfigurate in un mix tra reale e virtuale con tavoli e sgabelli ad altezze regolabili, scrivanie non più come postazioni fisse, ma mobili o prenotabili; aree dedicate alla concentrazione dotate di postazioni schermate per favorire il silenzio, spazi più ampi riservati alle stanze per videoconferenze, indispensabili per gestire team dislocati.

Pareti scorrevoli e pannelli mobili per allestire spazi adattivi, porte automatiche a sostituire le tradizionali con maniglia, il tutto per garantire maggiore sicurezza e ridurre la probabilità di eventuali contagi.

Oltre alle modifiche elencate in relazione alla conformazione interna, gli uffici verranno sottoposti a un vero e proprio restyling della funzione aziendale: un luogo di condivisione di momenti e spazi da ripensare in base ai concetti di flessibilità, “liquidità” e sicurezza.
Questa nuova “forma” porterà alla conseguente trasformazione dell’edilizia abitativa verso ambienti più confortevoli e dotati di spazi appositi per lavorare da casa.

Esigenze diverse, come la riconfigurazione della location fisica dell’ufficio, si affiancano alla necessità di maggiore sostenibilità e gestione controllata dei costi al fine di ridurre le spese fisse. Gli sviluppi tecnologici hanno permesso anche ai produttori di arredi, per case e uffici di introdurre, sensori anche nei loro prodotti, disegnando così tavoli, sedie, scrivanie smart, rendendo quello del design dei mobili un mercato in forte sviluppo.

E grazie proprio a questi sensori agganciati a scrivanie, luci, sale riunioni, è possibile efficientare non solo il loro utilizzo, ma anche fare delle valutazioni in base ai dati da essi generati. Ad esempio, se i sensori segnalano che una determinata sala riunioni non viene utilizzata molto, il building manager può valutare la sua conversione in ufficio o destinarlo a postazioni lavoro.

Grazie a questo sistema smart di sensori si prenotano le scrivanie, le sale conferenza o altri spazi, rendendo performante l’intero ufficio e ottimizzando al contempo i consumi delle risorse e l’uso degli spazi dell’intero edificio.

Datori di lavoro e responsabili delle strutture stanno già implementando molte soluzioni volte a migliorare salute e benessere delle persone nei loro building, mentre l’obiettivo del post-lockdown sarà quello di creare dei luoghi di lavoro che siano più sicuri sia per i dipendenti e i visitatori.

 

SMART HOME: L’IOT APPLICATO IN AMBITO DOMESTICO

Così com’è mutato lo spazio della vita lavorativa, non è difficile rendersi conto di come anche lo spazio domestico si sia radicalmente trasformato adattando i propri ambienti con delle funzionalità specifiche. Il modo stesso di vivere e di abitare si sono trasformati: camere da letto, soggiorni, cucine diverranno spazi adattabili, in certi orari, per modellarsi come aule studio, punti d’incontro virtuali, veri e propri uffici e, perché no, anche palestre temporanee. Spazi flessibili e multifunzionali grazie a un’impronta di design modulare con materiali leggeri facili da montare e smontare.

Queste non sono altro che ulteriori nuove opportunità di sfruttare l’IoT a nostro vantaggio per rendere una semplice casa, una Smart Home funzionale e confortevole, più efficiente e sicura.

Moltissimi i dispositivi studiati ad hoc per migliorare lo stile di vita come, frigoriferi intelligenti che possono far partire un ordine online quando rilevano il vano vuoto, o come gli hub di raccordo con altri elettrodomestici, ad es Amazon Echo, oppure termostati e spine intelligenti per ottimizzare l’uso di energia, e ancora lampade in grado di modulare la luce in modo automatico in diversi momenti della giornata.

Un esempio pratico di applicazione è rappresentato dalla startup italiana FrescoFrigo, che ha creato una soluzione ad hoc per supportare gli inquilini di alcuni condomìni nell’acquisto di generi alimentari. Nel dettaglio, la società ha installato nel complesso residenziale “Social Village Cascina Merlata” a Milano, cinque frigoriferi smart per soddisfare le esigenze di oltre 900 persone residenti nei 397 appartamenti del complesso. I condòmini possono visionare i prodotti forniti dai negozi locali attraverso la grande vetrina frontale, sbloccare e aprire il frigo tramite la mobile App dedicata, scegliere i prodotti e concludere l’acquisto semplicemente chiudendo la porta del frigo. Sarà il sistema a rilevare l’operazione e addebitare al cliente il costo della merce.

 

SMART CITY: LA RINASCITA DELLA CITTÀ

Come insegna la storia, città e edifici sono regolarmente stati plasmati dalle malattie; è quindi logico dedurre che le trasformazioni in atto relative agli spazi di vita riescano a trasformare questa crisi in opportunità di sviluppo tecnologico. Un’occasione unica che consente di migliorare la quotidianità agendo sullo spazio abitativo, ripensato nei termini di nuove esigenze acquisite.

Un momento d’oro per l’IoT su scala urbana che accelera la sua produzione sull’onda di un interesse generale verso soluzioni in grado di assicurare tracciabilità, monitoraggio e raccolta dati, coniugati all’efficientamento e miglioramento di tutti i sistemi.

Prima dell’emergenza coronavirus il mercato italiano dell’hardware intelligente, come si legge in un articolo del Sole 24 Ore, ha raggiunto nel 2019 un valore di 6,2 miliardi di euro, 1,2 miliardi in più (+24%) rispetto all’anno precedente.

La crisi, sommata alle nuove necessità post pandemia, sta portando al ripensamento del concetto stesso di Smart City che si sta sostituendo con una più coerente definizione di Safe City, che mira a sopperire alla crescente densità delle città e creare spazi sicuri anche dal punto di vista sanitario.

Riconsiderare il modo in cui si costruiscono spazi urbani, e gli edifici stessi, adeguando la stessa modularità degli uffici e delle abitazioni anche agli spazi esterni: fondamentale progettare a priori il ciclo di vita degli edifici e la loro versatilità prevedendo che possano essere smontati invece che demoliti, privilegiando al contempo una progettazione sostenibile e biofilica (affine al mondo naturale) per ridurre fin da subito l’impatto delle emissioni.

In un arco temporale di poche settimane, il modo di abitare e pensare gli spazi di miliardi di persone è radicalmente cambiato. Già da tempo la progettazione urbanistica stava dirigendosi verso una rivisitazione degli spazi intermedi: cortili, corti, logge, giardini e terrazze condominiali, balconi, “finestre sulla città” a fare da filtro tra interno ed esterno.
Si potrà iniziare a realizzare quella mixité funzionale che la progettazione ambientale promuove da anni: l’accesso ai servizi di utilità, come scuole, negozi, servizi e spazi pubblici, ristorazione e verde urbano, deve avvenire in un raggio massimo di 300 metri dalla propria abitazione.
Inoltre, con tecnologie sempre più performanti e l’utilizzo di sensori e tecnologie intelligenti è possibile immaginare di diminuire parte dei nostri spostamenti, riducendo anche l’impatto ambientale.

La City del futuro si prefigura come una costellazione di eco-quartieri hi-tech che ridisegnano il centro delle città rendendolo diffuso in piccoli luoghi di aggregazione, eliminando anche la necessità di utilizzo dell’auto o di altri mezzi a motore.

Quattro i driver principali che guideranno lo sviluppo delle Smart City multi-centrali:

SOSTENIBILITÀ

Infrastrutture sostenibili nelle diverse componenti del trasporto, dell’energia, dell’ambiente (acque, verde e rifiuti)

RESILIENZA

Infrastrutture resilienti, cioè sensorizzate e governate, per resistere agli stress ambientali e dei grandi eventi organizzati in città

ACCESSIBILITÀ

Infrastrutture accessibili in termini di mobilità facilitata e reti di comunicazione fissa e mobile

INCLUSIVITÀ

Infrastrutture inclusive, cioè progettate attraverso meccanismi di ascolto che coinvolgano i cittadini attraverso processi partecipati alle principali scelte urbanistiche delle città

DA PRODOTTO A SERVIZIO

Gli eventi legati all’emergenza sanitaria del 2020 hanno dunque prodotto, sia negli ambienti residenziali che in quelli lavorativi, forti esigenze di riorganizzazione, la necessità di igienizzazione e sicurezza, e il bisogno di maggiori servizi connessi, in spazi che in questi mesi si sono spesso sovrapposti e si sovrapporranno ancora nel prossimo futuro.

Questo slittamento di funzioni ha inesorabilmente spinto verso una transizione dal prodotto al servizio e soprattutto verso il servizio connesso che permette di far dialogare gli spazi interni con l’esterno. In questo senso l’IoT rende ancora più solido il rapporto tra domanda e offerta, trasformando anche l’oggettistica comune in un vero e proprio servizio. Per molte aziende il fatturato e i ricavi sono di tipo lineare, quindi completamente legati alla produzione di beni: a una determinata quantità di beni prodotti corrisponde un ricavo. Con il passaggio all’economia del servizio questo non è più vero, nuovi prodotti e servizi stanno invadendo le nostre case diventando spesso irrinunciabili e si assiste a nuovi modelli di business e di reddito non lineari che si basano su abbonamenti o a concetti “Pay per use” o “Pay as you go”.

Con una sola parola: Servitization. “Cos’è e perché è importante?”, “Come sfruttare i dati che i nuovi servizi connessi generano?”, “Come sfruttarla per aumentare le possibilità di cross-selling?”. Una nuova trasformazione digitale che non si può ignorare.
Ne abbiamo parlato mercoledì 29 luglio durante l’incontro organizzato in collaborazione con IoTItaly, “Smart Building 4.0 – Design, Data & Technologies”, con rilevanti attori del settore che proporranno esempi chiari e concreti e un’esaustiva panoramica sulle tecnologie, andando a coprire l’intera filiera di produzione, dall’inizio alla fine.

In conclusione, il futuro prossimo sarà sempre più SMART – Smart Working, Smart Office, Smart Home, Smart Building e Smart City – intelligente, tech e legato al servizio, grazie alla veloce diffusione e implementazione di nuove modalità e nuovi approcci che mixano sapientemente uomo e tecnologie in tutti gli aspetti del suo vivere quotidiano.

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