WEB SUMMIT 2018

da

“When you talk, you are only repeating what you already know. But if you listen, you may learn something new”, Dalai Lama

Di Lisbona mi sono piaciute l’ospitalità, il cibo e la gente, l’odore dell’oceano, i pavimenti decorati, le fermate artistiche della metro e le strade in continuo saliscendi.

Sono rientrata ieri da una delle più grandi conferenze globali dedicata all’universo della tecnologia, ma ci vorrei tornare presto, a Lisbona, e con calma: quando ci sono stata era in pieno Web Summit, e la città era affollata.

COSA MI ASPETTAVO ESATTAMENTE DAL WEB SUMMIT?

La verità è che ho speso molto tempo incollata allo schermo del mio telefono a leggere articoli, opinioni ed esperienze sulla scorsa edizione. Argomenti sempre interessanti, sneak-peek sul futuro delle comunicazioni, atteggiamento aperto nel trattare grandi tematiche che affliggono il pianeta. Anno dopo anno il tema portante cambia, ma rimangono costanti la varietà e la qualità delle discussioni.

Siamo partiti in undici, di Interlogica, alle 7 di sera di lunedì 5 novembre. Direzione aeroporto di Venezia per il volo che ci avrebbe portato in meno di 3 ore a Lisbona, ridente capitale del Portogallo. Per la maggior parte di noi era la prima volta in città.
Durante il volo solo un piccolo rimpianto, ahimè, la serata inaugurale si sarebbe svolta durante le ore di “navigazione”. Peccato, ma tutto questo non ha diminuito l’entusiasmo del nostro “Web Summit Team”, che era carico come una molla pronta a saltare.

COSA HO FATTO IN QUESTI GIORNI.

“Viviamo in tempi incerti per la tecnologia e gli affari. Al Web Summit accogliamo le persone che stanno affrontando le grandi sfide con cui l’industria deve interfacciarsi oggi. Le nostre sale coprono argomenti che spaziano dalla deep tech e data science al design e alla sostenibilità ambientale.”, Web Summit promo.

Ho ascoltato dei talk che vanno a toccare ogni singolo aspetto dell’universo digitale, tenuti dai più grandi della terra – c’era l’ex Primo Ministro inglese Tony Blair, Tim Berners Lee (senza di lui il WWW non avrebbe visto la luce), Brendan Eich (colui che ha creato javascript), Bred Smith (Presidente di Microsoft Corporation), Antonio Guterrez (Segretario Generale delle Nazioni Unite), Darren Aronofsky (regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense), Ev Williams (Founder & CEO di Medium), Ben Silberman (Founder & CEO di Pinterest), le maggiori testate del mondo, rappresentanti di governi e commissioni europeeUn vero tesoro per la qualità delle connessioni che si intrecciano, CEO, Presidenti, Amministratori Delegati, Editor in chief… tante e di altissimo livello.

Tutti gli ingredienti necessari per mettere in moto e stimolare le sinapsi in ognuno di noi. Impossibile non caricarsi di un’energia incredibile giorno dopo giorno, intervento dopo intervento e subito fermarsi a discuterne davanti ad un caffè americano bollente.

Ho chiesto a un piccolo robot di prepararmi una pizza, ho letteralmente ballato con Einstein, ho visto il mio cuore battere grazie ad una maglietta abbinata ad una app, ho camminato su Piccadilly Circus e tra le trincee delle seconda guerra mondiale, accarezzato una foca di peluche realizzata per la pet-therapy a bambini con difficoltà ad apprendere.

Ascoltato molti discorsi di molti, sono stata rapita dalla performance pittorica di un robot, e da Furhat, il terrificante assistente AI con una faccia, e sì, ho anche regalato i miei dati a una moltitudine di aziende per portarmi a casa molti ricordi (i gadget sono realmente un pezzo forte, dal caffè in polvere ai power bank, dalle borracce termiche ai copri webcam, tshirt, penne, matite, felpe, agende, cappelli, cavistica.. e tutto ciò che vi possa venire in mente).

Mangiare ogni sorta di prelibatezza? Al Summit è un must. È probabilmente il ristorante diffuso più fornito che abbia mai visto con la sua incredibile selezione di Food-truck. Voglia di giapponese – facile – cinese – banale – hamburger – qui la scelta si fa variegata – veggie, vegan, smoothies.. e i waffle al caramello più buoni che abbia mai assaggiato, che, come dice un mio collega “non dovrebbero essere legali!”.

COSA HO CAPITO IN QUESTO WEB SUMMIT

Vivo e respiro innovazione regolarmente, facendo parte di un’azienda che opera in un settore guidato dalla tecnologia. Nonostante questo, ho compreso una volta di più che sono le relazioni one-to-one, le persone, a fare la differenza. Poter condividere idee e pensieri con individui che provengono da ogni parte del globo – giusto per dare qualche numero circa 70.000 persone da oltre 150 Paesi del mondo – ascoltare e carpire quello che fanno gli altri, come lo fanno e perché lo fanno, è impagabile.

Viviamo in un momento storico nel quale la velocità la fa da padrona e ti lascia la, spesso sgradevole, sensazione che non ci sia più spazio per premere sul freno e abbassare la vista su di noi, come essere umani “reali”.

Ecco, questa enorme conferenza è un luogo incredibile per incontrare chi proviene da ogni angolo della vita, ed è una fantastica opportunità per essere ispirati dal loro “viaggio”, dalle passioni e dai sogni.

Se Gianni Togni nel lontano 1980 cantava  “guardo il mondo da un oblò”, durante il Summit, ora nel 2018, quell’oblò diventa una finestra panoramica gigantesca aperta sulle grandi sfide che il settore digital sta affrontando: dalla tecnologia e dalla scienza dei dati, al design, musica e alla sostenibilità ambientale,  si toccano con mano tecnologie che migliorano, in un modo o nell’altro, il modo in cui viviamo, lavoriamo e comprendiamo il mondo. La lezione positiva è che sia le aziende, che i governi, che noi cittadini, tutti noi possiamo giocare un ruolo nell’influenzare il cambiamento in maniera positiva.

Tutto, tutto questo è il Web Summit, o almeno è stato il mio.

LESSONS LEARNED

  1. Al Centre Stage si tengono le presentazioni più fighe
  2. Mai andare a mangiare durante il lunch break ufficiale
  3. Code, code, code, l’attesa diventa la tua migliore amica
  4. Il clima e le temperature cambiano alla velocità della luce
  5. La valigia deve partire vuota per far spazio ai futuristici gadget
  6. Il portoghese è una lingua incomprensibile
  7. Ritagliarsi del tempo per visitare la città, non è mai tempo sprecato
  8. I talk con i titoli più roboanti sono fuffologici
  9. Le Pasteis de Nata sono una droga
  10. Se un’intelligenza artificiale indovina la tua età semplicemente inquadrando la tua faccia da uno schermo, siamo già tutti fottuti..

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